“Mi capitò di nascere“ è la frase che mio zio, scultore e pittore di fama internazionale, scrisse nella sua confessione nel catalogo “La scultura di Franco Verroca” del 1998, ed è sicuramente il modo migliore per presentarsi, pertanto, adottando la stessa interpretazione, a me capitò il 13/05/1964 il mio primo giorno alla luce; in realtà, nove mesi prima di quella data, un evento eccezionale, mia madre Anna Maria Toselli e mio padre Mario Verroca, diedero origine alla loro prima delle cinque fecondazioni, un fratello Franco e tre sorelle, Valeria, Stefania e Roberta. Ora solo mio fratello e le due sorelle Valeria e Roberta sono presenti in questa dimensione. Il primo successo al disegno lo ebbi all’età di 4 anni, dalle suore dell’allora asilo nido di S. Agata a Cremona, disegnai una chiesa in prospettiva. Fu tale l’entusiasmo delle suore, che rifeci per ben tre volte lo stesso disegno, una suora, a quel punto, mi suggerì di disegnare dell’altro. Alle scuole elementari venne indetto un concorso, organizzato dalla Provincia di Cremona, per poesie e disegno, partecipai disegnando, vista dalla corte, un porticato con fienile e la casa padronale, di una tipica cascina delle campagne cremonesi. Vinsi il primo premio, consegna della pergamena, una bella stretta di mano con giacca e cravattino, il tutto in un palazzo storico importante della città, che francamente non ricordo quale fosse. Non ebbi più occasione, da allora, di esprimermi artisticamente. L’indirizzo scolastico che intrapresi fu di perito meccanico in una scuola tecnica, dove il disegno era solo tecnico, mentre la passione extra scolastica era lo sport, infatti, una volta diplomato, mi iscrissi all’allora I.S.E.F., Istituto Superiore di Educazione Fisica. Finiti gli studi partii per il militare di leva in Marina, e fu allora che chiesero chi di noi sapesse e volesse disegnare. Dovendo presentare alla fine del servizio militare la cosiddetta stecca, alzai la mano e, assicurato che tutto il necessario per disegnare fosse a carico del contingente, accettai l’incarico. L’aquila, ad ali spiegate che frantuma un tricolore in muratura e un cielo azzurro che fa da sfondo al rapace, è stato sufficiente a incuriosire il comandante della base militare di Sarzana, Maristaeli Luni, l’allora Colonnello Scorcia, e così venni convocato al comando, per ricevere le congratulazioni. Terminato il militare, mi iscrissi alla scuola di fisioterapia, andai negli Stati Uniti per approfondire gli studi con indirizzi riabilitativo ortopedico e terminatili aprii uno studio di fisioterapia a Cremona, la mia città natale. 25 anni sono passati da allora, e da 5 anni a questa parte ho deciso di esprimermi artisticamente, infatti, presi dei colori che questa volta, non feci seccare, come in passato mi capitò, e tempo permettendo, ho iniziato a dipingere. Nel rileggere quanto scritto, il mio passato ha ben poco di vita d’artista, non ho mai partecipato a nessun concorso artistico di livello, anche se sportivamente parlando, ho sempre apprezzato la competizione, ma dal punto di vista artistico, il ricevere giudizi, sotto forma di una graduatoria, non lo vedo di buon occhio, l’arte è sentimento, passione, emozione: in sostanza stato d’animo. Sono critico con me stesso, se l’opera è riuscita come desidero, mi sento gratificato e soddisfatto. Stimolato da amici e famigliari, ma soprattutto dalla mia compagna Antonella, grande sostenitrice della mia arte, ho voluto mettermi in gioco e, con grande sforzo, sono riuscito a presentarmi nella mia prima mostra come artista; inaugurata il 13/04/2019 a Cremona in Via Gherardo Patecchio, 19, con quadri, sculture e istallazioni che vogliono comunicare e stimolare concetti filosofici, fisici e di stati d’animo, in cui l’uomo e la natura sono i protagonisti, una sorta di rapsodia cosmica. Tutto questo è stato reso possibile grazie alla presenza di due persone a me molto care, Antonella Cauzzi la mia compagna, come già detto e Giordano Natale Bodini, detto “Nato”, presenze fondamentali per la riuscita di questa mostra, li ringrazio di cuore, e resteranno presenti per sempre nel mio animo. Un grazie affettuosissimo lo devo esprimere a mia cugina Raffaella, figlia dello Zio paterno, Franco, per aver esposto alla mostra, alcune delle opere in bronzo dello zio, onorato per il prestigioso arricchimento di qualità e bellezza artistica e con un legame parentale di grande affetto, la abbraccio con profonda stima, che da sempre, lega le nostre famiglie. Nessuna pretesa, soddisfatto per ogni mia singola opera. Grazie per la Vostra attenzione. Angelo Verroca
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